Un dirigente d'azienda scrive le sue memorie dopo la pensione. Undicesimo figlio di un ferroviere, appartiene a una famiglia non agiata. Dopo frequenti spostamenti per il lavoro paterno, assiste con dolore alla morte di quattro fratelli e dei genitori. Conseguito il diploma di Capitano di lungo corso, lavora in vari settori, sino a specializzarsi in campo ottico, diventando titolare di un importante negozio ad Asmara. Rientrato in Italia con moglie e figli, trova la serenità e tranquillità dopo tanti sacrifici.
Nei giorni in cui Roma è città aperta, una giovane dell'alta borghesia tiene un diario a cui confessa di voler partire come volontaria per difendere la Repubblica Sociale. Cambia idea dopo "l'occupazione anglo-americana" quando il padre, che era un alto funzionario del Fascismo, si dichiara fedele al re e a Badoglio. Tutto quel che segue è una memoria scritta nel 2000: l'autrice ricorda la sfortunata carriera di attrice, la professione di guida turistica, un matrimonio finito male, la conversione al buddismo.
Rimasto orfano di entrambi i genitori, un bambino vive traslocando dalla nonna agli zii, da questi al collegio, a Firenze nel 1939. Nel periodo della guerra soffre anche la fame e il freddo, ma può andare al cinema, a teatro, allo stadio. Nel '45 lavora per i tedeschi e, clandestinamente, per la Resistenza. Dopo la guerra continua i suoi studi in collegio, si diploma, lavora e riesce ad avere una casa sua, si sposa, ha figli e nipoti traendo da loro soddisfazioni e amore.
Un'adolescente romagnola affetta da tisi, è ricoverata in sanatorio nel 1940: costretta a letto dalla debolezza e dalla febbre, affronta con fede la sofferenza. Vane sono le speranze alimentate anche da un intervento chirurgico.