La moglie di un Ufficiale della Marina caduto prigioniero dei tedeschi a Venezia e trasferito in Polonia scrive per due anni un diario giornaliero per raccontare la sua vita a Roma nell'attesa del ritorno del coniuge: i bombardamenti, la borsa nera, la continua ansia per la mancanza di notizie. Dopo la Liberazione la situazione non migliora: comincia l'epurazione degli ex fascisti, gli scontri, le aggressioni e i furti. Tramite il Vaticano e la Croce Rossa riesce a comunicare con il coniuge fino alla fine del conflitto e al suo rientro in patria, nell'agosto del 1945.
Un' insegnante novantenne, figlia di un convinto fascista nipote del cardinale Tripepi, racconta la storia della sua giovinezza: i vaghi ricordi dell'infanzia tra Napoli e Bardolino presso la nonna, nobildonna veneta con origini austriache; il periodo degli studi e la prima esperienza di insegnante elementare tra le montagne del Sannio, dove incontra l'amore della sua vita, Eddy, un medico ebreo tedesco, fuggito dalla Germania nazista e rifugiatosi a Roma dove verrà prelevato, nell'agosto del '38, da agenti dell'OVRA per scomparire nel nulla vanificando, dopo molte ricerche, i sogni e le aspettative dell'autrice.
Un fiume di lettere, che scorre lento e incessante, dal maggio del 1938 all'ottobre del 1946. A scriverle è Antonio, un giovane nato in provincia di Modena nel 1913 e laureato in legge, che vive da soldato alcuni dei passaggi più drammatici della Seconda Guerra Mondiale. Dapprima inviato per l'addestramento in Trentino e poi in guerra in Libia per combattere contro gli inglesi, viene dichiarato disperso dopo la battaglia di Ain El Gazala. Ma Antonio non è disperso, né morto. E' caduto prigioniero delle truppe di sua maestà britannica. Condotto in vari campi di detenzione, trascorre molti mesi in Egitto e poi in India, dove rimarrà fino all'ottobre del 1946....
Nato in una famiglia dell'alta società torinese, ci racconta l'infanzia e l'adolescenza felici, la giovinezza dedicata alla difesa della patria e dei valori in cui crede, la guerra e la liberazione del proprio paese. L'appartenenza ad un elevato ceto sociale fa sì che il racconto introduca personaggi importanti e situazioni interessanti.