L'incontro con il "mondo a parte" rappresentato dalle baraccopoli e dai campi nomadi della periferia di Roma, raccontato da un'infermiera volontaria della Croce rossa. Dove le storie di microcriminalità e di miseria si confondono con quelle di umanità ed amicizia.
Negli anni Settanta, un giovane grossetano parte con la sua compagna per un lungo percorso in autostop, in vecchi treni, con mezzi di fortuna, col mito del "viaggio verso Oriente", che era proprio di tutta una generazione. Racconta i luoghi, le persone, gli stati d'animo, le avventure e gli imprevisti di sei mesi di "nomadismo" attraverso i Balcani, il Medio Oriente e, soprattutto, l'India.
Una donna, rimasta orfana di madre da bambina, racconta la propria vita. Trascorsa un'infanzia molto difficile, si sposa giovanissima e ha una famiglia numerosa.
Il testo ci riporta l'esperienza di un'ostetrica reggiana in Afghanistan che lavora per una nota organizzazione umanitaria. La giovane donna racconta alle colleghe - tramite email - la sua quotidianità nell'ospedale afghano. Nonostante l'ingente mole di lavoro che la costringe spesso a non poter lasciare il suo reparto, si interfaccerà inevitabilmente con la popolazione del posto e con le sue tradizioni. Rimarrà particolarmente colpita dalla condizione femminile e dall'incontro con la popolazione nomade "Kuchi".