Primogenito di una famiglia di piccoli agricoltori, tra il gennaio e la primavra del 1943 vive la ritirata dal fronte russo: rientrato in Italia è messo in quarantena ed inizia a scrivere della drammatica esperienza vissuta. La marcia, i bombardamenti, la ricerca di cibo e di riparo nei paesi che lui e i sui compagni incontrano durante la ritirata, la speranza di sopravvivere alle tante privazioni. Una scrittura nitida, che non tradisce le sofferenze vissute.
Un giovane soldato della provincia di Padova dopo un breve periodo di servizio in Croazia combatte in Nord Africa contro gli inglesi. Partecipa alla battaglia di El Alamein e ne racconta la crudeltà e dopo la ritirata di sposta in Tunisia. Catturato dagli inglesi viene rinchiuso in un campo di prigionia, questa volta sotto la tutela americana, fino al 1945. Rientra in Italia nel 1946.
Nel maggio 1941 all'aviere Giacinto Basana, di Mestre (VE), arriva la cartolina precetto con destinazione Albania: a marzo 1943 egli viene trasferito in Grecia, a Paramithia. Con l'Armistizio dell'8 settembre 1943 si verifica lo sbandamento dell'esercito: di centoventi tra avieri, graduati e ufficiali sessante rimangono al campo con i tedeschi e sessanta, fra cui Giacinto, decidono di partire per l'Italia a bordo di camion da cui presto vengono fatti scendere per proseguire a piedi. Il 18 settembre salgono su un treno che, dopo aver attraversato l'Ungheria, l'Austria e la Germania, arriva in Polonia (22 ottobre 1943). Comincia l'odissea degli I.M.I in vari c...