Nasce la monarchia napoletana di Giuseppe Bonaparte e nasce Musella, ma se la prima ha breve vita, il secondo ha tempo di raccontare tutto un secolo: l'infanzia e la famiglia ma anche la quotidianità della corte borbonica, gli intrighi di palazzo, i militari doppiogiochisti e le tangenti. Finché giunge Garibaldi.
Estremi cronologici
1806
-1887
Tempo della scrittura
Inizio presunto: 1800-1899
Fine presunta: 1890-1899
Staccatosi dai Mille garibaldini che gli paiono troppo ladri e sanguinari, un giovane di buona famiglia, ricco di amicizie letterarie e pieno di debiti, si impegna nella guerra di secessione americana, diventa frammassone e, giunto in Giappone, si trasforma in fotografo. Nelle lettere ai famigliari l'epopea fin de siècle di un italiano romantico.
E' l'autobiografia incompiuta di un garibaldino appartenente a una delle comunità ebraiche padane fortemente inserite nelle lotte del risorgimento: volontario a 15 anni per combattere contro gli austriaci, fu respinto per la giovane età, ma un anno dopo si distinse reclutando volontari per la spedizione dei Mille alla quale parteciperà guadagnandosi una medaglia d'argento.
Ricompilata dal figlio Alceste, la memoria che Augusto ha scritto perchè "nipoti e pronipoti si ricordassero di lui": rimasto orfano in tenera età, è affidato ad un ricco possidente che lo educa facendolo frequentare le scuole dei gesuiti. Di spirito liberale, il ragazzo cerca di sottrarsi alla rigidità delle regole educative e, sullo sfondo delle guerre d'indipendenza, entra nelle file garibaldine, partecipando a combattimenti e imprese. Trasmettendola al figlio, nutrirà ammirazione e stima verso l'eroe dei due mondi, espressione della lotta per il trionfo dei propri ideali.