Ricordi di un partigiano della formazione "Silvano Fedi"
Enzo Capecchi
Ormai prossimo alla morte, un pistoiese racconta a un amico la storia della formazione partigiana Silvano Fedi, di cui fu vice comandandante: le azioni di guerriglia, la collaborazione nella lotta clandestina ricevuta dal repubblichino Licio Gelli e, a guerra finita, la deportazione in un campo punitivo per aver contestato l'arbitrarietà della "dominazione" alleata.
Tutta la vita di un dirigente industriale, di nobili origini elleniche, che fa la seconda guerra mondiale da volontario, in Africa, poi occupa posti di rilievo nella Repubblica Sociale e per questo subisce il carcere a fine conflitto. Accanto a una carriera piena di successi lavorativi, e a una vita sentimentale che lo soddisfa, può vantare molte conoscenze negli ambienti politici e massonici che contano.
Memorie di un Ufficiale della Marina distaccato al Sid per controllare l'esportazione delle armi dal 1971 al 1987. Interrogato nel 1983 dal giudice Carlo Palermo che indagava su un traffico di armi in Libia e sulle implicazioni della P2 di licio Gelli su faccendieri e politici riferì quanto a sua conoscenza sin dal suo ingresso segreti. Sulla base del suo memoriale il giudice mette in luce i responsabili ma l'indagine subisce un arresto e viene trasferita di competenza territoriale alla Procura di Roma, dove viene insabbiata e poi riaperta dopo sei anni senza esiti positivi. Nel frattempo l'autore subisce ripercussioni nella carriera.