Due fidanzati di Sestino (AR) sono separati dalla guerra. Lui presta servizio militare in due città della Provincia di Arezzo, lei rimane al paese occupandosi della famiglia, composta dal suocero e cinque figli. Nelle lettere che si scambiano lei racconta le difficoltà economiche che attraversa, le preoccupazioni per la salute dei figli e i fatti che accadono in paese.
Un impiegato del Comune di Budrio (BO) è richiamato alle armi e inviato in Africa Orientale per la campagna di Abissinia nel 1936. Dopo la guerra si ferma a lavorare con un altro italiano per otto mesi. Durante questa permanenza scrive alla moglie e alla piccola figlia per rassicurarle e per inviare denaro, per pagare debiti e per mandare la famiglia al mare. Pur volendo tornare in Italia non ci riesce perchè muore in Africa.
Estremi cronologici
1938
-1939
Tempo della scrittura
1936
-1937
Tipologia testuale
Epistolario
Natura del testo in sede
Dattiloscritto: 2
Fotocopia originale: 2
Formato Digitale: 1
Fotografie
Lettere che l'autore scrisse quando si trovava a Gnigl, un villaggio vicino a Salisburgo, in esilio forzato durante la Grande Guerra ed abbracciano l'arco di un'annata. E' profugo in Austria perché la Val di Ledro dopo l'entrata in guerra dell'Italia diventa un probabile terreno di scontri ed è stata sgomberata in pochi giorni. A Gnigl Luigi era il patriarca di un'estesa famiglia di donne e bambini, si appoggiava al figlio Attilio, riformato dalla leva per insufficienza toracica e che ben presto trovò lavoro come falegname. Al momento in cui inizia a scrivere le sue preoccupazioni sono concentrate sul destino del figlio e del genero, poi lo preoccupa l'arru...
Raccontare ai nipoti la bellezza e la ricchezza dell'umanità del loro nonno: ecco il fine dello scritto di don Marco che rievoca con tenerezza e semplicità il rapporto, intimo e bello, con suo padre ma anche con i Bepini, come erano chiamati, nell'ambito famigliare e amicale, i suoi amatissimi genitori.