Sul finire del 1944 un antifascista viene arrestato e deportato prima a Bolzano, poi a Mauthausen e ad Auschwitz. Dopo la liberazione di Auschwitz nel gennaio del 1945, scrive alla moglie: le racconta la propria odissea e i patimenti subiti, l'attesa del rimpatrio trascorsa lavorando in una famiglia e i progetti per il loro futuro insieme.
Un militare in servizio a Cefalonia al momento dell'armistizio dell'8 settembre 1943 racconta i terribili eventi dei giorni successivi. Fatto prigioniero, viene deportato in Bielorussia e approda poi in Germania, compiendo un rocambolesco viaggio a piedi.
Estremi cronologici
1943
-1944
Tempo della scrittura
Inizio presunto: 1945-1950
Fine presunta: 1945-1950
Un uomo ripercorre la propria vita a partire dall'infanzia. Nato nel viterbese a inizio Novecento, fin da giovanissimo si sposta a Roma per motivi di studio e poco tempo dopo perde la madre. Chiamato alle armi nel 1918, raggiunge la zona di guerra sul finire dei combattimenti e dopo l'armistizio continua a servire. Congedato, ricomincia a studiare, poi entra nel mondo del lavoro, si sposa e diventa padre. Prende parte anche alla Seconda guerra mondiale: inviato a Rodi, è preso prigioniero dopo l'8 settembre 1943 e internato in Polonia, dove resta fino alla primavera successiva. Il rientro in Italia non segna però per lui la fine delle difficoltà.
Una donna riflette sull'identità culturale europea e condivide un vissuto personale che - grazie a esperienze di studio, lavoro e viaggio - la porta a conoscere e amare diverse città del Vecchio continente. La formazione Erasmus, la partecipazione a progetti che coinvolgono istituzioni e realtà politico-sociali in diversi Paesi, lo sviluppo di una rete di amicizie internazionali contribuiscono a definire il suo senso di appartenenza all'Europa.