Un alpino piemontese prende parte alla Grande Guerra, combattendo in diversi fronti e restando ferito. Alla fine del conflitto il suo servizio continua, prima nel Tirolo e poi in Albania. Nuovamente ferito e colpito anche da malaria, trascorre diverso tempo in convalescenza e ha conseguenze permanenti per la propria salute.
Un molisano nato alla vigilia degli anni Trenta racconta la propria vita e le tante difficoltà affrontate fin da piccolo, quando la scomparsa prematura del padre e la malattia della madre lo portano a iniziare a cercare la propria strada lontano da casa. Dopo un periodo in collegio, sul finire della Seconda guerra mondiale si aggrega ai superstiti della Divisione Garibaldi di rientro dalla Jugoslavia, ma la vita militare non fa per lui e con la pace si trasferisce a Genova, in cerca di lavoro. Decide di passare la frontiera francese da clandestino, sempre alla ricerca di occupazione, ma viene arrestato e spinto ad arruolarsi nella Legione Straniera: prima ac...
Un giovane ligure viene chiamato alle armi nel 1915 e dopo pochi mesi di addestramento è inviato al fronte da ufficiale degli alpini. Nella sua testimonianza racconta l'abbaglio generazionale della guerra patriottica, la scoperta dell'orrore in trincea, la morte dei compagni, la paura di cadere in battaglia, le fucilazioni sommarie, il ritorno della pace, l'epidemia di spagnola, la "vittoria mutilata" e la lunga attesa del congedo, giunto soltanto nel 1920. Impegnato nei principali fronti di combattimento, dall'Altipiano di Asiago al Monte Pasubio al Monte Grappa, dopo l'armistizio resta in servizio nelle zone di confine.
Durante la Seconda guerra mondiale un alpino scrive lettere alla donna amata, che sposa nell'estate del 1942. Inviato in servizio in Grecia prima del matrimonio e in Russia pochi giorni dopo le nozze, continua a corrispondere con la moglie fino al Capodanno 1943, giorno della sua ultima lettera. Deceduto nel corso della ritirata, risulta a lungo tra i dispersi in guerra.
Durante il secondo conflitto mondiale un giovane alpino corrisponde con la madre. Chiamato alle armi nella primavera del 1940, qualche mese dopo l'entrata in guerra dell'Italia è inviato in Albania mentre nel luglio dell'anno successivo inizia il suo viaggio verso il fronte russo, dal quale scrive fino alla fine del 1942.