La bella amicizia nata sui banchi di scuola tra un adolescente con ascendenze ebraiche e una ragazzina cattolica, che studiano insieme con passione, sfocia in un amore profondo. Dal reciproco confronto scaturisce la decisione di lui di convertirsi al Cristianesimo e, nell'imminenza della promulgazione delle leggi razziali, quella di entrambi di sposarsi, anche se molto giovani. Il regime non farà sconti al ragazzo che verrà arrestato e recluso per lungo tempo, ma il sentimento che lega la coppia è fortissimo e la loro privata ed intima vicenda si sviluppa sullo sfondo dei drammatici avvenimenti storici del tempo.
Un uomo tiene un diario per quasi ottant'anni. Mantenendo sempre una forte connotazione introspettiva, dall'adolescenza alla terza età annota gli accadimenti della propria vita quotidiana, familiare e professionale. Fiorentino, si forma nella recitazione prima nella sua città natale e poi a Roma, dove frequenta l'Accademia di arte drammatica. Lavora come attore in teatro e in radio, dipinge, è insegnante e occupato in campo assicurativo. Negli anni Sessanta si sposa e diventa padre. Nei suo diari - soprattutto in quelli giovanili - è presente anche una parte epistolare.
Una giovane donna annota in un diario giornaliero le vicissitudini seguite all'arresto del padre, incarcerato dai partigiani al termine della Seconda guerra mondiale perché ha prestato servizio nella Repubblica Sociale Italiana. La ragazza, la cui famiglia subisce anche numerose perquisizioni e il sequestro della bicicletta e della radio, si adopera instancabilmente per favorire la liberazione del padre e cerca di alleviare la sua sofferenza di detenuto con visite e rifornimenti di cibo. Muovendosi con determinazione nonostante le tante difficoltà, si batte anche per la restituzione degli oggetti requisiti, che ottiene. La scarcerazione del padre, riconosciu...
L'autrice presenta questo viaggio nelle vicissitudini della sua genealogia come una personale necessità "Per recuperare la memoria storica della mia famiglia e mia"; e nel rievocare le vicende famigliari rievoca anche le piccole e grandi vicende che hanno caratterizzato la quotidianità del nostro popolo nel corso del Novecento.
Un ufficiale bolognese viene fatto prigioniero dai tedeschi dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943. Internato prima in Polonia e poi in Germania, cambia diversi campi di prigionia, rifiutando sempre l'adesione alla Repubblica Sociale Italiana. Nei quasi due anni di privazioni, fame, freddo, grande è la nostalgia per i propri cari, ai quali rivolge continuamente il proprio pensiero. Compagno di prigionia di Giovannino Guareschi, viene rimpatriato nel settembre del 1945. Nonostante i rigidissimi controlli effettuati nei campi, riesce con alcuni compagni a nascondere una radio, beffando così i tedeschi fino al momento della loro sconfitta.