Un uomo racconta la propria vita in una breve memoria. Costretto fin dall'infanzia ad affrontare numerose difficoltà - di fronte alle quali non si arrende nonostante le condizioni siano spesso per lui molto dure - si realizza nella famiglia, soprattutto come padre di una figlia di cui è profondamente orgoglioso.
Epistolario indirizzato alla madre. L'autore è secondo di cinque figli, di famiglia povera e profondamente religiosa, nel 1923 resta orfano di padre. A quattordici anni entra nell'Istituto Missionario Opera Don Bosco di Penango Monferrato (AL) da dove nel 1930 parte come missionario per il Centro America. Opera come insegnante prima nel Salvador poi in Nicaragua, mentre si prepara al sacerdozio. Le lettere raccontano della sua attività in Centro America e testimoniano la sua profonda fede religiosa e il suo totale abbandono a Dio anche nei momenti di sofferenza. A febbraio del 1934 compaiono i primi segni della tubercolosi. Viene trasferito a Cartago, in Co...
Un ragazzino iracheno e i suoi familiari sono minacciati dalla criminalità organizzata e riescono a salvarsi grazie alla Comunità di Sant'Egidio. Poco prima della partenza per l'Italia il giovane perde la madre e dopo il suo arrivo deve combattere una grave malattia, affrontata senza il sostegno della famiglia perché il padre e i fratelli si trasferiscono mentre lui è in ospedale. Una volta guarito, riesce a riprendere in mano la sua vita: torna a studiare, poi entra nel mondo del lavoro e diventa mediatore interculturale.
Una madre, straziata dal dolore, scrive in memoria della figlia, morta in giovane età di tubercolosi. Ripercorrendo l'ultima fase della sua vita e le enormi sofferenze patite, ricorda la bontà della ragazza, che con fede accetta la malattia e la morte e si preoccupa per i propri cari che la assistono.