Giovane ufficiale di una divisione motorizzata, catturato dopo l'8 settembre dai tedeschi a Roma, viene spedito verso la Germania, ma nei pressi di Orte fugge dal treno in corsa. Ferito, è ospitato e curato da una famiglia del luogo, finché potrà rientrare a Roma per essere assistito da una cara amica. Poi, travestito da sacerdote, riesce a tornare a casa, nel vicentino.
A venticinque anni parte per il fronte russo e, come "staffetta porta ordini", descrive i disagi dei lunghi spostamenti, la fame, e il principio di congelamento che gli procurerà una malattia allo stomaco non riconosciuta a titolo pensionistico come conseguenza della guerra. La memoria si conclude a Roma, con la sua adesione alla lotta partigiana, fino alla Liberazione.
Ricompilata dal figlio Alceste, la memoria che Augusto ha scritto perchè "nipoti e pronipoti si ricordassero di lui": rimasto orfano in tenera età, è affidato ad un ricco possidente che lo educa facendolo frequentare le scuole dei gesuiti. Di spirito liberale, il ragazzo cerca di sottrarsi alla rigidità delle regole educative e, sullo sfondo delle guerre d'indipendenza, entra nelle file garibaldine, partecipando a combattimenti e imprese. Trasmettendola al figlio, nutrirà ammirazione e stima verso l'eroe dei due mondi, espressione della lotta per il trionfo dei propri ideali.
Una donna nata in provincia di Roma negli anni Venti ripercorre la sua vita a partire dall'infanzia. Primogenita di sei figli, ha un legame molto forte con la famiglia di origine, di cui racconta storia e figure. Il periodo della Seconda guerra mondiale le riserva le esperienze più dure e nonostante la giovane età riesce a essere un punto di riferimento per i propri cari, costretti ad affrontare gravi lutti nell'arco di poco tempo e a far fronte a numerose difficoltà. Studentessa universitaria a Roma, quando lascia la capitale e si sposta al Nord a causa del lavoro del padre che è un funzionario pubblico studia da infermiera e diventa crocerossina, prestando...