Le giornate vagabonde di un aspirante pittore che sacrifica la sicurezza di un lavoro "normale" alla passione per l'arte e la scrittura: per realizzare le sue aspirazioni non accetta alcun compromesso - rifiutando anche di falsificare quadri famosi - e perde l'affetto e l'appoggio della moglie, che considera la pittura soltanto un alibi per non lavorare.
L'autore ha trentasei anni quando nel 1938 escono le prime leggi razziali contro gli ebrei. Durante la guerra, con la famiglia, è sfollato prima nelle Marche, poi a Magliano Sabina. Infine, tornati a Roma, si salvano anche grazie all'aiuto della Chiesa.
Partendo dalla biografia degli ascendenti suoi e della futura sposa, un pensionato racconta in terza persona, il suo innamoramento e il matrimonio felice anche per la nascita di due figlie. Il lavoro e la cura della famiglia sono il suo impegno più importante: con la pensione aumenta il tempo libero da dedicare ai viaggi, fino a che la moglie, malata di cancro, muore.