Viaggio nel mondo della fanciullezza e dell'adolescenza: il ricordo della casa paterna chiamata La Repubblica - perchè sede di uffici municipali nel periodo napoleonico - distrutta dai bombardamenti durante la guerra, e quello della bottega di famiglia, dove insieme ai dolciumi e alla caramelle si vendevano alcolici e profumi.
Nella prima giovinezza lavora come fabbro-maniscalco nella bottega del padre e, dopo il servizio di leva, viene richiamato con il grado di caporale maniscalco a Canale, in provincia di Cuneo. Qui conosce la sua futura moglie. Poi viene inviato in Jugoslavia, fatto prigioniero e deportato in Germania. Torna in Italia nel 1945 e un anno dopo si sposa, continuando il lavoro del padre. Avrà cinque figli.
In un borgo toscano delle colline pisane si sviluppano i ricordi spensierati d'infanzia e fanciullezza di un'insegnante. Sfilano nella memoria i personaggi che popolano i primi anni della sua vita, i nonni e gli altri componenti della famiglia. L'affresco del paese, con le feste tradizionali, i giochi della giovinezza, le cose semplici del passato, le rendono più chiaro il cammino verso l'età adulta.
Estremi cronologici
Inizio presunto: 1950-1959
Fine presunta: 1960-1969
Epistolario suddiviso in due parti. Nella prima si tratteggia la storia del fidanzamento dei due scriventi, dai primi sguardi furtivi alla richiesta ufficiale della mano della ragazza, fino al matrimonio avvenuto quattro anni dopo. Le lettere descrivono anche il contesto in cui si svolge la storia: siamo in un quartiere popolare di Roma, i protagonisti impegnati nel piccolo commercio di carni. Il secondo carteggio, molto più consistente, intreccia le fila dell'esistenza dei due coniugi separati dalla guerra. Alessandro è impegnato come ausiliario e lavora come infermiere, telefonista, postino, in diverse sedi. Malgrado le sue incombenze non tralascia di scri...