Una memoria che si intreccia con la grande storia: un giovane scrittore, fino ad allora impiegato nell'editoria, è vittima del terrore staliniano; internato nelle più dure prigioni del regime, vi rimane per 17 anni. Continua a essere circondato da un clima di sospetto, che non lo abbandonerà neppure dopo, quando esce dal carcere. Testo tradotto in italiano dall'originale.
Un anziano nato e vissuto in provincia di Napoli scrive una memoria della sua partecipazione alla guerra in Croazia, in Russia e della sua attività partigiana in Valtellina fino alla Liberazione. Il testo contiene un'appendice di politica e di attualità.
L'autore nel maggio del 1943 scrive il diario della ritirata dal Fronte Russo. Annota gli spostamenti, la fame, il freddo, la mancanza di mezzi di trasporto, i bombardamenti e la fortuna di trovare opportuni ricoveri che l'hanno mantenuto in vita. Mesi trascorsi in condizioni di estremo disagio, percorrendo lunghi tragitti a piedi o in convogli strapieni di militari, stanco e malnutrito. Il 6 maggio del 1943 finalmente varca il confine italiano.
Due anni in Germania raccontati attraverso le pagine del diario di un soldato veneto deportato dopo l'8 settembre 1943. Dall'agosto del 1944 viene dichiarato, insieme ai suoi compagni di sventura, "libero lavoratore" e obbligato al lavoro nel territorio del Reich per tutto il tempo della guerra. Descrive anche le difficoltà del rimpatrio nel giugno e luglio del 1945, con una fuga prima nascosto tra i boschi e poi nei vagoni dei treni.
Un giovane contadino aretino viene arruolato nel Genio e inviato dopo l'addestramento verso il fronte russo del Don. Salvo per miracolo al ritorno racconta la vicenda drammatica dell'avanzata dell'esercito russo e della ritirata dei tedeschi e degli italiani. In quel periodo contrae la malaria in Romania e questo l'ha salvato dalla morte negli ospedali da campo tedeschi. Torna in Italia ma il giorno dell'Armistizio butta la divisa militare e torna in Italia.