Giovanissimo volontario in Marina, nel 1941 riesce a salvarsi dopo il siluramento dell'incrociatore Diaz. Promosso nostromo, è imbarcato nei M.A.S.. Dopo l'8 settembre 1943, dalla Sardegna è trasferito in Puglia dove partecipa, prima a rischiose missioni notturne, poi alla bonifica delle mine subacque. Fino al marzo del 1946 quando viene congedato con gli elogi dei superiori. Testo a cura di Giuseppe Casini.
Memoria di un sopravvissuto al naufragio del Diana, nave da guerra della Regia Marina durante il secondo conflitto mondiale. Alle 11.25 del 29 giugno 1942, mentre era in navigazione alla volta di Tobruck con il personale del Comando Marina di cui era prevista la ricostituzione della città riconquistata dalle forze dell’Asse, fu avvistato dal sommergibile britannico Thrasher, ad otto miglia di distanza. Colpito da due o quattro siluri (il sommergibile inglese rivendicò infatti non meno di quattro armi a segno), s’inabissò rapidamente trascinando con sé i tre quarti degli uomini a bordo. Alcune motosiluranti di scorta, dopo aver infruttuosamente attaccato il T...
L'ultimo combattimento della 3ª Squadriglia CC.TT.
Araldo Fadin
Il comandante del cacciatorpediniere Manin scrive una memoria nella quale ripercorre le vicende dell'ultima missione della nave militare, affondata nel Mar Rosso nell'aprile del 1941 in seguito agli attacchi aerei inglesi. Naufrago insieme ad altri componenti dell'equipaggio e ferito alle gambe, Fadin riesce a sopravvivere in mare aperto su un'imbarcazione che viene soccorsa dopo alcuni giorni da una nave inglese. Fatto prigioniero, trascorre cinque anni tra Egitto e India prima di poter fare ritorno in Patria.