La figlia di un carabiniere, morto nell'affondamento di un piroscafo italiano, durante il secondo conflitto mondiale, ripercorre, con l'aiuto di numerosi documenti, tra cui foto e atti ufficiali, la storia della sua famiglia, la lotta per ottenere la pensione di guerra, il matrimonio dei figli, sino all'arruolamento dei nipoti nell'arma dei carabinieri.
Uomini e donne del grossetano, nati nei primi decenni del Novecento in famiglie contadine, raccontano le loro storie di lavoro, guerra, affetti, dolori e solidarietà. Tutti testimoni della Seconda guerra mondiale (e qualcuno anche della Prima), sono in maggioranza contadini e minatori, alcuni aderiscono alla Resistenza, altri si trovano al fronte e riescono a sfuggire alla prigionia dopo l'8 settembre del '43. Nel dopoguerra le condizioni di lavoro per molti di loro sono ancora molto dure e le difficoltà quotidiane restano forti. Tra i testimoni degli eventi bellici, i familiari - in maggioranza i figli - dei morti dell'eccidio di Niccioleta, avvenuto nel co...
Estremi cronologici
Inizio presunto: 1910-1920
Fine presunta: 1990-1999
Ricordi e racconti di un garibaldino combattente all'estero, dopo l'8 settembre 1943
Orazio Nicosia
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, l'autore - che si trovava sull'isola di Rodi a svolgere il suo servizio militare - viene catturato come renitente e condotto in un campo di prigionia in Serbia. Da qui riuscirà a fuggire approfittando del caos causato da un bombardamento alleato. Seguono giorni difficili di fame e paura, ma grazie ai preziosi aiuti concessi dalle persone incontrate lungo il suo cammino, riuscirà ad arrivare a Belgrado, vivendone la liberazione. Qui si arruolerà negli EPLI, combattendo fino alla fine del conflitto.
Un bracciante agricolo abruzzese ripercorre la sua vita a partire dall'infanzia e il suo racconto si concentra negli anni della Seconda guerra mondiale, quando in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943 viene fatto prigioniero dai tedeschi e internato nei campi del Reich. Destinato al lavoro in miniera, si ammala di tubercolosi e il suo lungo calvario medico non si arresta nemmeno una volta tornato a casa al termine del conflitto, poiché le conseguenze della malattia gli provocano un'invalidità permanente.