Durante la Seconda guerra mondiale, un dirigente industriale milanese - rimasto in città mentre la famiglia si è trasferita a Cortina d'Ampezzo (BL) per sfuggire ai bombardamenti - tiene un diario dove accanto agli accadimenti privati annota gli eventi bellici e le proprie riflessioni in relazione all'andamento del conflitto. Convinto antifascista, vede l'Italia versare in condizioni sempre più critiche a causa del regime. La sua vita si conclude prima della fine della guerra, a causa di una grave malattia ai polmoni.
Un giovane livornese malato di tubercolosi viene ricoverato in sanatorio e vi trascorre circa due anni. Nel suo diario annota l'evolversi della sua situazione clinica, ma trovano spazio anche i sentimenti: dopo alcune infatuazioni si innamora, ricambiato, di una ragazza degente nella sua stessa struttura e quando la perde il suo dolore è enorme.
Un bracciante agricolo abruzzese ripercorre la sua vita a partire dall'infanzia e il suo racconto si concentra negli anni della Seconda guerra mondiale, quando in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943 viene fatto prigioniero dai tedeschi e internato nei campi del Reich. Destinato al lavoro in miniera, si ammala di tubercolosi e il suo lungo calvario medico non si arresta nemmeno una volta tornato a casa al termine del conflitto, poiché le conseguenze della malattia gli provocano un'invalidità permanente.
Nei giorni in cui Roma è città aperta, una giovane dell'alta borghesia tiene un diario a cui confessa di voler partire come volontaria per difendere la Repubblica Sociale. Cambia idea dopo "l'occupazione anglo-americana" quando il padre, che era un alto funzionario del Fascismo, si dichiara fedele al re e a Badoglio. Tutto quel che segue è una memoria scritta nel 2000: l'autrice ricorda la sfortunata carriera di attrice, la professione di guida turistica, un matrimonio finito male, la conversione al buddismo.