I cinque mesi di prigionia di un italiano residente a Vienna allo scoppio della guerra italo-austriaca. Dopo essersi presentato spontaneamente alla polizia viennese viene internato prima in un campo di concentramento, poi in una colonia, dove morirà di malattia.
Da ragazzino povero, con la semplice frequenza elementare, a dirigente sindacale e politico, perseguitato dal fascismo che combatterà fino alla Liberazione.
Detenuto politico e confinato, Giulio scrive un quaderno autobiografico dedicato all'amatissima moglie Emma, coraggiosamente al suo fianco in tutte le vicissitudini giudiziarie che da circa un decennio funestano la loro vita. Il racconto si concentra nell'arco di due anni, durante i quali l'uomo lascia per la prima volta il carcere e viene inviato al confino a Tremiti, per poi tornare in cella e uscire nuovamente, diretto a Ponza.
Un anarchico viene confinato a Ventotene e, dopo la fine del fascismo, trasferito in un campo di prigionia in provincia di Arezzo, prima di ritrovare la libertà sul finire dell'estate del '43. Separato dalla propria compagna, rimasta in Belgio, scrive per lei un diario nel lungo periodo in cui sono lontani.